Omicidio Marcello Bruzzese, fermati gli assassini del fratello del pentito Girolamo

Omicidio Marcello Bruzzese, fermati gli assassini del fratello del pentito Girolamo

Omicidio Marcello Bruzzese, fermati gli assassini del fratello del pentito Girolamo


Cinque soggetti sono stati fermati questa mattina, in diverse città di Italia, perchè ritenuti responsabili di detenzione e trasporto in luogo pubblico di armi da guerra, allo scopo di uccidere Marcello Bruzzese. L’uomo è stato assassinato il giorno di Natale di tre anni fa, pagando con la vita la collaborazione con la giustizia del fratello Girolamo, legato in passato alle ‘ndrine calabresi.

Alle prime ore dell’alba, cinque soggetti sono stati fermati, perché ritenuti responsabili dell’omicidio di Marcello Bruzzese, ucciso il 25 dicembre 2018 per una vendetta trasversale. Il fratello Girolamo è stato un collaboratore di giustizia, legato alla ‘ndrangheta.

Il gruppetto di presunti assassini, è indagato per aver commesso l’omicidio del calabrese Marcello Bruzzese. L’uomo è stato crivellato con numerosi colpi di pistola, a Natale del 2018 a Pesaro, a causa di una vendetta tra famiglie ‘ndranghetiste. Gli uomini hanno fatto pagare a lui con la vita, il prezzo delle collaborazione con i magistrati, del fratello Girolamo. I cinque sono stati arrestati e condotti in carcere questa mattina, in diverse città di Italia, come Ancona, Brescia, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Il progetto dell’attentato, è stato ricondotto a vecchie faide tra bande criminali rivali. Gli arrestati erano legati alla famiglia Crea di Rizziconi. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, nel periodo che ha preceduto il giorno dell’omicidio, gli indiziati hanno studiato le abitudini della vittima, facendo sopralluoghi nelle vicinanze dell’abitazione di Marcello Bruzzese che risiedeva in una località protetta.  Alcuni degli indagati, hanno acquisito un grande potere economico nella provincia di Brescia, senza mai rompere il legame con la Calabria, regione di origine.

Le indagini che hanno portato agli arresti di questa mattina, sono iniziate a maggio 2020, quando sono state sequestrate tra Brescia e Verolanuova, 42 tonnellate di tabacco, diventate poi 57, per un valore superiore agli 8 milioni di euro, macchinari per la lavorazione di trinciati e materiale per il confezionamento di sigarette. Ordigni provenienti dalla Jugoslavia, pistole rubate e altre clandestine, senza il numero di matricola. Ma ancora, reati di usura, contrabbando di tabacchi lavorati esteri ed evasione fiscale per oltre 600mila euro. Sono queste le accuse e il materiale rinvenuto in un anno e mezzo, tra Italia e Slovenia. La Direzione Nazionale Antimafia ha coordinato le operazioni a cui hanno partecipato carabinieri e Ros, Guardia di Finanza e polizia internazionale, permettendo di effettuare arresti in Italia e all’estero.





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di Mariafrancesca Stabile
www.fanpage.it
2021-10-04 10:01:02 ,

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